L’ente promosso da Università Cattolica di Milano con Fondazione Etica e Libera, insieme al Cnel punta elaborare un modello di monitoraggio e valutazione dell’attuazione del Piano, basato sulle linee guida, scientifiche e al contempo comprensibili a chiunque
Negli ultimi mesi si sono moltiplicate in Italia le iniziative della società civile per monitorare la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resistenza: ciò è sicuramente un segnale rassicurante. Serve, però, essere cauti: coinvolgere i cittadini, questa volta, non può limitarsi a un invito alla partecipazione, neanche se preceduto dal quel civic engagement così tanto enfatizzato nei convegni e sui media.
Va detto con molta chiarezza e onestà intellettuale: il PNRR è estremamente complesso e anche solo seguirne lo stato di avanzamento richiede una preparazione che non si improvvisa, tanto da parte dei cittadini quanto da parte degli esperti. Molte organizzazioni di cittadinanza attiva hanno già al proprio interno competenze ed esperienze di coinvolgimento civico e di monitoraggio, che torneranno certamente utili anche in questa occasione. Ma stavolta sia l’ingaggio che la formazione dei cittadini, per comprendere e seguire l’attuazione di un Piano che non ha precedenti nel nostro Paese, richiede una preparazione profonda e specifica, che parta dallo studio del Piano, anche da un punto di vista tecnico, e dalla produzione di una strumentazione ad hoc che renda il monitoraggio serio ed affidabile.
Ciò non significa che il seguimento dello stato di avanzamento del Piano debba restare materia da addetti ai lavori, ma che, al contrario, possa e debba essere esteso a chiunque voglia aggiungere alla propria buona volontà e competenza anche uno sforzo ulteriore: quello di dotarsi di una cassetta degli attrezzi mirata sul PNRR. È per questo che lo scorso gennaio è nata LIBenter . L’intento non è stato quello di aggiungersi alle tante e validissime OSC del nostro Paese, quanto piuttosto di rendersi complementari ad esse: l’Università Cattolica di Milano, infatti, ha coinvolto Fondazione Etica e Libera, insieme al CNEL, tra i promotori di LIBenter.
Per fare cosa?
- Innanzitutto, per elaborare un modello di monitoraggio e valutazione dell’attuazione del Piano, basato sulle linee guida, scientifiche e al contempo comprensibili a chiunque, create in Università Cattolica da docenti e esperti delle Organizzazioni della società civile. Dopo un’accurata azione di coinvolgimento civico, quel modello consentirà alle comunità locali e ai gruppi di esperti di seguire adeguatamente la realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti nel PNRR. Consentirà anche di garantire l’omogeneità del monitoraggio ai fini della valutazione finale complessiva.
- In secondo luogo, LIBenter si propone di formare sia i cittadini e le OSC, sia gli enti locali territoriali. Il PNRR, infatti, prima ancora di essere valutato, ha bisogno di gambe per camminare, e queste gambe sono le Amministrazioni pubbliche. Conosciamo tutti, però, lo “stato di salute” di molti Comuni italiani, soprattutto di quelli piccoli: il rischio concreto è che molti di loro non riescano neppure ad aggiudicarsi le tante risorse che saranno messe a bando, anziché distribuite a riparto, oppure che, pur aggiudicandosene alcune, non riescano poi a spenderle. La Pubblica Amministrazione italiana, così variegata e frammentata sta manifestando molte difficoltà nel comprendere le dinamiche sottostanti al funzionamento del PNRR. Proprio per questo, il Governo sta assumendo personale a tempo determinato e approntando diverse forme di assistenza tecnica: va bene, ma stavolta dovrebbe essere colta l’occasione per interventi strutturali, e non solo emergenziali.
È da qui che LIBenter ha deciso di preparare un’attività di formazione al PNRR e di supporto operativo mirato ai piccoli Comuni (ma non solo), con capofila le rispettive “aree vaste” di dimensione provinciale e metropolitana.
Da un lato, la suddetta attività prevede la formazione al personale direttivo e a i segretari comunali e sindaci su: contenuti del PNRR, meccanismi di funzionamento e modalità di accesso alle risorse; come innalzare la capacità amministrativa dell’ente; come valorizzare le specificità del territorio implicato (come nel caso delle comunità montane e aree interne).
Dall’altro lato, l’attività comprende un supporto operativo mirato per affrontare le diverse fasi di utilizzo delle risorse del PNRR, per informare costantemente i cittadini, nonché per valutare l’impatto dei progetti finanziati sui propri territori.
È evidente che tutte queste attività che LIBenter sta svolgendo costituiscono un’opera di portata enorme, che può riuscire solo se corale. È per questo che LIBenter si è posta, sin dall’inizio, come aperta e inclusiva, riscuotendo così l’adesione di partner di grande valore, quale, solo per citarne due, l’Università di Torino e il Gran Sasso Science Institute.
Il suo intento non è quello di collezionare loghi di partners sul sito web, tanto per dirsi più rappresentativa di altri. Non è il momento di competere, ma di collaborare fattivamente, per una “call for action” che riguardi non solo le istituzioni, ma anche cittadini, associazioni di categoria, imprese, fondazioni bancarie, operatori finanziari e ogni altro soggetto che abbia a cuore il Paese e l’occasione di ripresa che ha davanti.