Il progetto “La Casa Comune”

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Il Progetto “La Casa Comune” a Napoli

 

Con “innovazione a impatto sociale” si intende un modo nuovo di progettare il sociale, da considerare non più come mero costo per pochi, ma come occasione di sviluppo economico e sociale per tutti.

A fare la differenza è la parola “impatto”. Proviamo quindi a capire in che cosa consiste.

Si tratta di agire non solo sul singolo bisogno, ma sui suoi effetti sull’intera comunità. Nella progettazione a impatto sociale, infatti, si fa attenzione non solo agli output, ma anche agli outcome.

Gli output sono le attività: ad esempio, in un progetto che punta all’educazione di soggetti svantaggiati, le attività sono il numero di persone che vengono fatte andare a scuola e di quelle che ne escono diplomate.

Gli outcome sono i risultati: nel precedente esempio, i risultati possono andare dall’aumento del tasso di occupazione delle persone che si sono diplomate alla conseguente maggiore ricchezza della comunità e alla diminuzione della microcriminalità.

Perché “La Casa Comune” è un progetto a impatto?

Perché non vuole essere solo un progetto di grande valenza sociale, ma anche l’occasione di fare sociale avendo attenzione all’intera comunità, portando un beneficio anche ad essa e creando ricchezza anche economica tramite la creazione di posti di lavoro.

Il precedente

Tra le sue tante attività, Fondazione FOQUS ha promosso, dal 2016, il Centro ARGO: un centro di abilitazione diurno per bambini, ragazzi e adulti con disabilità cognitive. Lo scopo è permettere ai ragazzi di migliorare le abilità di base, personali e sociali, attraverso laboratori e attività individuali e di gruppo. Le attività si svolgono nelle classi delle scuole dell’infanzia e primarie per i bambini dai 3 ai 10 anni; mentre, per i giovani e adulti dai 17 ai 35 anni, per l’intera giornata, negli spazi della sede del Centro, presso la Fondazione FoQus. Gli operatori e gli educatori, sul piano terapeutico e dei protocolli neurocomportamentali, collaborano con il Corso di Neuropsicomotricità dell’Università Vanvitelli e l’Associazione Nazionale Neuropsicomotricisti; con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con ASL territoriali, centri di riabilitazione e strutture sociosanitarie.

L’esperienza di questi anni degli operatori del Centro ha evidenziato che le persone con disabilità, e ancor più le loro famiglie, interpellano i nostri servizi certamente evidenziando specifici problemi nella loro concretezza, ma anche una richiesta più ampia, e talvolta piuttosto indefinita, di accompagnamento.

Il progetto “La Casa Comune” nasce quindi come naturale evoluzione dell’esperienza del Centro ARGO.

Obiettivi

1. Obiettivo generale del progetto è garantire un miglioramento della qualità della vita dei giovani con disabilità e delle loro famiglie attraverso un percorso abitativo protetto, volto al conseguimento dell’autonomia. Non vi può essere un reale percorso in tal senso senza che venga investita la sfera dell’abitare, intesa come luogo in cui sviluppare specifiche competenze, all’interno di un contesto che deve essere il più possibile stimolante. Tenendo presente questo orizzonte, i cambiamenti che il progetto intende produrre seguono due direzioni parallele e complementari:

– in primo luogo, intende accompagnare i soggetti coinvolti in un percorso volto al rafforzamento delle competenze esistenti e al conseguimento di una autonomia abitativa;

– in secondo luogo, mentre nelle soluzioni di residenzialità per disabili la casa è per antonomasia ciò che separa e divide la “diversità” dalla “normalità”, nel nostro progetto essa vuole diventare luogo che unisce, uno spazio fisico e simbolico di incontro delle differenze all’interno del quale ognuno può essere portatore tanto di bisogni quanto di risorse per i propri coinquilini.

2. La Casa Comune prevede anche una stanza adibita a laboratorio per la produzione di cioccolata, con l’obiettivo di offrire, oltre all’autonomia abitativa, anche una opportunità lavorativa, rafforzando il percorso di autonomia degli ospiti.

A chi è destinata la Casa Comune?

“La Casa Comune” si rivolge a persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare, in particolare con disabilità non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità con certificazione di handicap grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992, con età compresa tra 18 e 64 anni, mancanti di entrambi i genitori o i cui genitori non sono in grado di fornire adeguato sostegno o con la prospettiva del venir meno del sostegno familiare.

La finalità principale è sostenere le forme di residenzialità innovative previste dalla legge 112/2016, attraverso soluzioni abitative che offrano ospitalità a non più di 5 persone con disabilità cognitive.

Dal singolo bisogno al valore pubblico

Non solo la Casa Comune porterà benefici ai soggetti coinvolti, ma proprio nello spirito di un progetto a favore della comunità, è fondamentale evidenziare come potrà portare:

– sollievo alle famiglie degli ospiti,

– nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione (cura della persona, operatori ed educatori per l’assistenza a persone con disabilità),

in tal modo creando ricchezza per l’intera comunità.

Dove ha sede la Casa Comune?

La Casa Comune avrà sede nei Quartieri Spagnoli di Napoli, in un appartamento che dovrà essere adeguato e trasformato per ospitare le persone con disabilità cognitive e gli educatori e operatori che ne accompagneranno la nuova esperienza.

I Quartieri Spagnoli sono una delle aree più disagiate e intensamente popolate della città di Napoli: una maglia viaria ortogonale, fitta e ad altissima densità umana (più di 50.000 persone in poco più di 1,5 kmq).

Un’area socialmente problematica, emblema delle contraddizioni della città contemporanea e dell’inadeguatezza delle tradizionali politiche di intervento pubblico, dove vive il 10% dei bambini di tutta Napoli e dove si registrano i più alti tassi di disoccupazione, inoccupazione, criminalità e abbandono scolastico d’Europa.

L’abitazione potrà essere individuata tra gli immobili pubblici in disuso, da ottenere in concessione ai sensi della citata legge sul Terzo Settore, e da rigenerare.