PNRR: LIBenter, una rete per non restare a guardare

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Parte LIBenter, un’azione congiunta di università, società civile e istituzioni

per il monitoraggio sull’attuazione del PNRR

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Martedì 1° giugno

Università Cattolica, CNEL, Fondazione Etica e Libera,

insieme a ASes, Openpolis, ISTeA, Osservatorio civico Pnrr, Gran Sasso Science Institute,

hanno presentato in conferenza stampa l’iniziativa LIBenter, acronimo di un’“Italia BEne comune Nuova Trasparente Europea Responsabile”.

Sono intervenuti il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, il Presidente di Libera/Gruppo Abele don Luigi Ciotti, il Presidente di Fondazione Etica Gregorio Gitti e il Presidente del CNEL Tiziano Treu, con il coordinamento dei docenti Nicoletta Parisi e Dino Rinoldi.


Cosa è LIBenter? Un altro osservatorio sul PNRR?

No. LIBenter non è semplicemente un osservatorio, perché non sta semplicemente a guardare.

A fronte di un piano nazionale di ripresa e resilienza costruito pressoché integralmente all’interno dei cosiddetti “palazzi romani”, LIBenter non aspetta di essere coinvolta e prova a spalancare una porta che doveva essere già aperta alle persone, dato che, oltre quella porta, si decide del loro futuro.

È nata così LIBenter: per impegno e responsabilità in una contingenza storica senza precedenti, ma anche per passione verso quell’interesse generale che non può restare relegato alla sfera astratta dei valori. LIBenter nasce come azione, oltre che come reazione, dove l’azione è quella di mettere in gioco competenze ed esperienze che la società civile raccoglie al suo interno.

L’iniziativa è partita dall’Università Cattolica S.C., e in particolare dalla grinta di Nicoletta Parisi, che, dopo la sua esperienza di consigliere ANAC, non se l’è sentita di mettersi a riposare. Ha chiamato a raccolta molte organizzazioni civiche e Fondazione Etica è stata tra le prime ad aderire insieme a Libera. Si sono poi unite altre associazioni, e anzi reti di associazioni: ASeS, Openpolis, ISTeA, Osservatorio civico Pnrr, Gran Sasso Science Institute. Con l’arrivo di un organismo a rilevanza costituzionale come il CNEL il panel è diventato completo: università, società civile e istituzioni, insieme per un lavoro congiunto sul PNRR.

Che tipo di lavoro? Quello che speriamo il Governo renderà possibile: monitorare la trasparenza e la corretta esecuzione  dei progetti previsti dal PNRR per come sarà rivisto dalla UE.

E qui sta il primo punto caratterizzante dell’azione di LIBenter: il modello di valutazione. Per monitorare seriamente, infatti, serve un metodo: un gruppo di lavoro, costituito da professori dell’Università Cattolica e da rappresentanti delle associazioni partecipanti, ha già iniziato a studiarlo. Metodo che, però, non sarà costruito all’interno solo delle mura universitarie, ma uscirà, per coinvolgere le comunità monitoranti.

E qui è il secondo punto caratterizzante di LIBenter: il modello scientifico sarà pensato come strumento per il monitoraggio che verrà svolto dalle comunità sui territori, ma, al contempo, si arricchirà di quanto quelle comunità vorranno suggerire, prima, per lo costruzione del modello e, dopo, per il suo adattamento all’evolversi dei progetti.

Si chiameranno comunità monitoranti, che Libera ha da sempre nel proprio DNA e che, con ASeS, coinvolgeranno anche le comunità rurali, spesso marginali nel nostro Paese.

Fondazione Etica contribuirà con il suo sistema di misurazione della capacità amministrativa dei Comuni chiamati a realizzare i progetti del PNRR, e lavorerà con le comunità monitoranti fornendo un ulteriore strumento informativo, che consentirà loro di confrontarsi alla pari con le istituzioni.

L’iniziativa ha un sito web (www.libenteritalia.eu), che vuole essere una chiamata all’azione per chi lo vorrà. Una chiamata che il primo giugno è appena cominciata.