Il nostro Report pubblicato sul Corriere della Sera

Tredici regioni su 21 saldano le fatture in anticipo sulla scadenza. Lazio, Liguria e Toscana pagano i fornitori in meno tempo e solo la Campania paga poco oltre i 30 giorni.

È questa la mappa della tempestività dei pagamenti della pubblica amministrazione, elaborata da Fondazione Etica su dati del Mef. È proprio di questi giorni infatti la pubblicazione dal parte del ministero dell’Economia, dei dati relativi ai debiti commerciali e i tempi di pagamento della Pa. I tempi, tanto più durante l’emergenza Covid, sono diventati cruciali. Ma i numeri del 2019 parlano di un netto miglioramento rispetto all’anno precedente: per legge infatti, il pagamento al fornitore da parte delle Pa deve avvenire entro 30 giorni (60 per la sanità) dalla data di ricevimento della fattura. Nel 2019 c’è stata una riduzione generalizzata dei giorni per 19 Regioni su 21: solo per Campania e Puglia si riscontra un peggioramento. E il dato dei 30 giorni risulta superato solo da 3 Regioni, tutte del Sud: Basilicata e Molise, rispettivamente con 88 e 99 giorni, e la Campania che sfora per poco ( 34 giorni).

«È un problema però che non riguarda solo il Sud — spiega Paola Caporossi, direttrice di Fondazione Etica —, tant’è che tra i dieci comuni peggiori debitori troviamo anche Alessandria. Torino si porta dietro ancora dei problemi di indebitamento per le olimpiadi ma certo la situazione non è paragonabile con il resto del Sud. Anche per i Comuni la situazione è migliorata nonostante i tagli delle risorse degli ultimi tempi». I 3 Comuni che risultano peggiori debitori appartengono 2 alla Campania e 1 al Piemonte. Napoli, in particolare, si dimostra non solo il debitore meno puntuale tra i capoluoghi di provincia, ma anche l’unico che supera l’anno (quasi 400 giorni). Il penultimo in classifica è Alessandria, con 242 giorni, seguito a breve distanza da Salerno, con 227.

Un capitolo a parte va dedicato a come viene calcolato dal Mef questo cosiddetto «indicatore di tempestività»: si tratta infatti della «somma, per ciascuna fattura emessa a titolo corrispettivo di una transazione commerciale, dei giorni effettivi intercorrenti tra la data di scadenza della fattura o richiesta equivalente di pagamento e la data di pagamento ai fornitori moltiplicata per l’importo dovuto, rapportata alla somma degli importi pagati nel periodo di riferimento».

(Corriere della Sera – 15/7/2020) – Visualizza l’articolo