Il Progetto “Luci nel Parco”

“Luci nel Parco” raccontato alla conferenza stampa di aggiornamento

“LUCI è stato pensato non per fare l’ennesimo bel progettino sociale, uno dei tanti di cui il nostro Paese è ricco – sottolinea Don Enzo Capitani – ma per diventare un modello nuovo di fare politiche sociali”.

“Rispondere con strumenti innovativi ai crescenti bisogni sociali”: così Don Enzo Capitani, direttore di Caritas , aveva spiegato l’innovatività del progetto di investimento a impatto sociale “Luci nel Parco” in occasione della conferenza stampa del 13 settembre u.s., a Grosseto, insieme a una coralità di soggetti istituzionali e associativi aderenti (cfr. loghi sopra). Il progetto, ideato da Fondazione Etica insieme a Caritas, Regione Toscana e Confindustria Toscana Sud, si ispira alla Riforma del Terzo Settore del 2016, puntando a superare la logica assistenzialista delle politiche sociali tradizionali per provare ad agire a monte dei bisogni, sulle cause. “Luci nel Parco” prevede la rigenerazione di un immobile pubblico inutilizzato all’interno del Parco naturalistico della Maremma, affidato in concessione con avviso pubblico, per finalità di integrazione sociale e di sviluppo economico.

Quali sono le novità rispetto al passato? “LUCI prevede tutti quei tratti di innovatività previsti dalla progettazione a impatto sociale” spiega Paola Caporossi, fondatrice di Fondazione Etica. Tra essi: il carattere multistakeholder del soggetto promotore, l’intenzionalità di produrre un impatto sociale misurabile e ad ampio raggio, la modalità innovativa di finanziamento, la replicabilità, lo sviluppo di capacità amministrativa degli Enti locali. “LUCI è stato pensato non per fare l’ennesimo bel progettino sociale, uno dei tanti di cui il nostro Paese è ricco – sottolinea Don Enzo Capitani – ma per diventare un modello nuovo di fare politiche sociali”. L’obiettivo – sottolinea spiega Riccardo Breda, presidente CCIAA – è produrre un beneficio per l’intera comunità: grazie alla “sinergia innovativa tra sistema del credito, operatori del sociale e istituzioni, consente non solo di recuperare spazi per la comunità a scopo benefico, ma elabora sul campo un modello di business del terzo settore effettivamente innovativo, in grado di contribuire in modo positivo sul sistema economico locale”. L’attività principale cui il progetto darà vita è quella di ristorazione sostenibile, insistendo l’immobile su terreni dell’azienda agricola regionale. La bio-osteria sarà gestita dalla Cooperativa Sociale “Solidarietà è Crescita” che offrirà lavoro a soggetti “in difficoltà” e dovrà, nel tempo, generare un utile: una piccola percentuale di questo andrà ad alimentare un fondo dedicato a futuri progetti a impatto. “Il principio ispiratore – spiegano i promotori – è che chi ha ricevuto, a sua volta dona e investe nella comunità”. La seconda attività è quella musicale: giovani – ma non solo – avranno a disposizioni locali attrezzati per prove musicali e potranno esibirsi la sera nell’area spettacoli della bio-osteria. “In cambio – spiega Giovanna Ciniero, vicepresidente di LU.C.I. Aps- si impegnano, per lo stesso principio ispiratore sopra detto, a insegnare uno strumento musicale a quanti non possono permettersi il costo di un corso di musica”. La terza attività è di tipo formativo e culturale: una scuola per insegnare ad amministratori pubblici, volontari, organismi no-profit e profit, a progettare investimenti a impatto sociale, anche con il supporto delle associazioni di categoria locali. Come viene finanziato l’avvio del progetto, sino alla consegna dei locali risistemati e attrezzati per le suddette 3 attività? Senza neanche un euro pubblico. A intervenire è il risparmio privato: singoli cittadini che da tutta Italia hanno scelto di non fare “la carità”, nel senso classico, bensì di destinare una piccola parte del loro profitto in favore del progetto e delle attività Luci. Come? Una banca radicata sul territorio è intervenuta come partner privato finanziario, ispirandosi alle recenti norme sul Terzo Settore. “Si tratta di un conto di deposito – spiega Bugli – che chiunque può sottoscrivere con tagli da mille euro in su, dunque alla portata di tutti. Il singolo sottoscrittore riceve una cedola semestrale, una percentuale della quale viene devoluta a titolo di liberalità a Luci, ricevendo anche un beneficio fiscale”. Le liberalità semestrali di tutti i sottoscrittori copriranno il piano finanziario di Luci, stimato prudenzialmente in trecentomila euro per la consegna chiavi in mano e l’inizio delle attività.